BINETTI - Al Ministro della salute
Premesso che:
appare sempre più necessario garantire alle persone non autosufficienti il diritto alla continuità terapeutica, affettiva e relazionale, di anziani, persone con disabilità e in generale di tutte le persone malate non autosufficienti;
le attuali linee guida non sono state aggiornate e quindi non tengono adeguatamente conto di eventi come quelli che si sono verificati in questo ultimo anno. Eventi che potrebbero ripresentarsi nei prossimi anni;
è infatti urgente procedere al riordino degli interventi del Servizio sanitario nazionale a favore degli anziani, dei malati cronici, compresi quelli non autosufficienti, e di tutte le persone affette da patologie ad alto rischio invalidante, che dovranno essere parte integrante dei provvedimenti assunti dal Governo nell'ambito del "Recovery Plan";
queste persone infatti sono state colpite da gravi sofferenze nel corso della pandemia da COVID-19, anche per l'inadeguatezza delle strutture, dei modelli di cura e delle necessità sopravvenute a causa del virus;
servono nuovi modelli di cura sul piano socio-assistenziale per scongiurare il ripetersi dei disastrosi avvenimenti, avvenuti in questo ultimo anno; qualcuno li ha perfino definiti le stragi delle RSA;
è un imperativo morale sempre più chiaro: che gli anziani residenti nelle strutture non siano più privati della continuità affettiva e relazionale con i propri familiari, riconosciuta ormai come parte integrante e fondamentale del percorso di cura alla persona;
alle persone anziane, malate croniche e non autosufficienti, occorre inoltre garantire sempre, in ogni circostanza, il diritto alle cure sanitarie come diritto inviolabile, senza dimenticare che sono malati complessi;
per questo occorre una ben definita organizzazione di servizi sanitari e socio-sanitari, sia a livello territoriale che ospedaliero, con reparti dedicati e competenti dal punto di vista professionale, organizzati secondo il lavoro in équipe e con la presenza di una direzione sanitaria con funzioni di dirigenza;
gli anziani ricoverati nelle RSA o altrimenti definite (RP, CRA) sono malati affetti da pluri-patologie croniche, da cui deriva la non autosufficienza e i numerosi decessi nelle RSA hanno dimostrato la grave carenza del Servizio sanitario nei percorsi post ospedalieri;
urge quindi attivare un vero e proprio progetto di prevenzione territoriale, con particolare attenzione alle persone non autosufficienti, soprattutto quelle con demenza o malattia di Alzheimer, con équipe multi disciplinari;
i familiari delle persone non autosufficienti e le associazioni che li rappresentano dovranno essere parte attiva nella pianificazione e programmazione della salute dei propri cari;
i familiari hanno il diritto di ottenere le garanzie necessarie, affinché all'interno delle stesse siano rispettati tutti i servizi a tutela della cura e della dignità della persona, ivi compreso l'obbligo che ogni struttura sia dotata di un sistema di videosorveglianza interna, per il controllo necessario a difesa del paziente,
si chiede di sapere:
come intenda procedere il Ministro in indirizzo già in questa prima fase di riapertura delle RSA, perché le strutture si dotino di modelli organizzativi più adeguati e non si tratti solo di un ritorno al passato;
come intenda sostenere le persone non autosufficienti che vivono in famiglia, per supportare le famiglie stesse fin dal primo momento dell'applicazione del PNRR.
MAGORNO - Al Ministro della salute
è notizia di questi giorni la chiusura del reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale "Nicola Giannettasio" di Corigliano-Rossano (Cosenza), disposta per carenza di personale;
negli scorsi giorni, un cittadino del territorio ionico, intubato, è stato trasferito nel presidio "Ferrari" di Castrovillari proprio per mancanza di assistenza rianimatoria al Giannettasio;
la terapia intensiva dell'ospedale di Corigliano-Rossano è l'unica sulla costa da Crotone a Policoro ed è una delle quattro in Calabria, insieme a Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, dedicate all'emergenza COVID-19;
la chiusura del reparto è stata disposta per carenza di personale, un problema ormai atavico, che si è acuito negli ultimi anni;
la carenza nella dotazione organica, peraltro, è destinata a peggiorare da giugno, quando l'attuale direttore dell'unità operativa complessa di anestesia e rianimazione facente funzioni, Giuseppe Angelo Vulcano, avvierà la procedura di pensionamento;
in tutto, ad oggi, gli anestesisti rianimatori in servizio allo spoke Giannettasio sono solamente 10 (7 a Rossano e 3 a Corigliano) e devono garantire, oltre alla gestione dei posti letto di terapia intensiva e subintensiva COVID, i turni di guardia e la reperibilità, anche l'attività chirurgica urgente;
la carenza di organico si scontra con il fabbisogno reale, secondo cui occorrerebbero almeno 20 unità;
da quanto riferisce il direttore Vulcano, gli anestesisti rianimatori dello spoke avevano inviato una lettera all'azienda sanitaria provinciale di Cosenza e alla direzione sanitaria dello stesso Giannettasio, evidenziando le criticità della struttura e la necessità di un intervento celere, senza tuttavia ottenere risposta;
considerato che:
l'interruzione del servizio di rianimazione rischia di avere ripercussioni negative sotto molteplici punti di vista;
il servizio di rianimazione, infatti, è un reparto funzionale a tutti gli interventi chirurgici;
tale chiusura, poi, avrà anche l'effetto di comportare il declassamento dell'ospedale di Corigliano-Rossano da spoke a ospedale di base, in quanto senza il reparto di rianimazione un ospedale è da considerarsi "di base";
questa chiusura, peraltro, si inserisce in una fase cruciale della pandemia, in cui, benché i numeri siano incoraggianti, è impensabile immaginare che l'emergenza sanitaria sia conclusa;
considerato altresì che:
l'emergenza epidemiologica da COVID-19 ha fatto emergere in maniera ancora più prepotente tutte le fragilità del sistema sanitario calabrese;
a fronte delle evidenti criticità, si dovrebbe prevedere un ampliamento dei servizi messi a disposizione dei cittadini, i quali, invece, si ritrovano a dover subire la permanenza di gravi carenze mai colmate negli anni;
è necessario trovare soluzioni e altri orizzonti, che non siano chiusure di reparti strategici, per potenziare e rafforzare un sistema sanitario debole, partendo proprio dalla prossimità territoriale e dalle reti di presidi ospedalieri distribuiti in tutta la provincia,
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti;
se non reputi opportuno assumere i necessari contatti con le autorità sanitarie e le istituzioni locali per disporre provvedimenti urgenti, nonché per ristabilire il reparto di rianimazione dell'ospedale di Corigliano-Rossano, evitandone altresì il declassamento a ospedale di base;
se, più in generale, non ritenga necessario e non più differibile riconsiderare l'intera situazione sanitaria calabrese, nel cui ambito i servizi destinati alla fascia ionica cosentina ormai necessitano di un urgente riequilibrio.